Come ogni anno, anche quest’anno a Pasquetta siamo stati a fare una camminata nei dintorni di casa mia. Non si è trattato di un itinerario particolarmente lungo o impegnativo, ma è abbastanza sintomatico di quante cose belle ci siano a pochi passi da dove viviamo.
Villa Serego-Alighieri. Il primo punto di interesse che abbiamo incontrato sul nostro percorso è Villa Serego-Alighieri. “Le sue magnificenze conosciute / saranno ancora, sì che’ suoi nemici / non ne potran tener le lingue mute” scriveva nel Paradiso Dante Alighieri riguardo alla città di Verona e al suo signore Cangrande. Il poeta visse in terra scaligera metà degli anni del suo esilio da Firenze scrivendo il De Monarchia e gran parte del Paradiso della Divina Commedia. Il figlio Pietro, innamoratosi – come dargli torto – della città veronese e delle sue campagne decise di acquistare nel 1353 la zona cosiddetta di Casal dei Ronchi a Gargagnago, frazione di Sant’Ambrogio nel cuore della Valpolicella Classica.
Benché il nome Villa con cui è conosciuta possa trarre in inganno, si tratta di un borgo nel borgo, un insieme di edifici – rimaneggiati durante i secoli ma ancora di proprietà dei discendenti del sommo poeta – che danno idea di un luogo molto ameno grazie anche ad un suggestivo giardino all’italiana ed un parco lussureggiante che circonda la proprietà.
La villa è la sede dell’omonima azienda agricola (https://seregoalighieri.it) che grazie alla partnership con Masi è attualmente una delle maggiori aziende vitivinicole della Valpolicella classica. Nei locali della villa è possibile inoltre pernottare ed effettuare visite guidate e degustazione dei vini dell’azienda.
Procedendo verso il borgo di Gargagnago e costeggiando la neoclassica facciata della chiesa di Santa Maria della Misericordia (da segnalare la statua lignea della Madonna del XVI secolo) si inizia a salire in quota verso il borgo di San Giorgio di Valpolicella. Alle porte del paese, in posizione panoramica con una vista mozzafiato sulla vallata, si trovano il Ristorante La Divina specializzato in piatti di pesce e, a livello strada, il Bistrot del Borgo, che propone una scelta culinaria ricercata ma più easy e giovane. In entrambi i casi la vista su Sant’Ambrogio e il basso Lago di Garda lascia a bocca aperta:
San Giorgio di Valpolicella. È stato recentemente inserito nel prestigioso club de I borghi più belli d’Italia, il secondo paese della provincia di Verona dopo Borghetto sul Mincio: è San Giorgio di Valpolicella, frazione del comune di Sant’Ambrogio arroccata sulla collina da cui si può ammirare un panorama mozzafiato.
Anche l’abitato in sé merita una visita: le case in sasso, i muri (le cosiddette marogne) a spina di pesce, la pieve romanica, è tutto l’insieme che rende questo piccolo gioiello una delle attrazioni più famose e meno conosciute di tutta la provincia di Verona.
Che il posto fosse bello l’avevano intuito anche gli uomini preistorici: in paese infatti sono stati rinvenuti numerosissimi reperti storici risalenti al periodo compreso tra il Paleolitico e il Neolitico (dai 40.000 ai 4.000 anni prima di Cristo), ed anche altri più recenti (dall’età del bronzo all’epoca romana).
La sua posizione invidiabile su di una collina permetteva di controllare il territorio a valle, la grande arteria di comunicazione denominata Via Claudia Augusta (a grandi linee l’autostrada A4 di oggi), la Valle dell’Adige ed i traghetti che vi transitavano. Con la caduta dell’Impero Romano San Giorgio fu un baluardo contro le invasioni dei barbari che provenivano dal nord e fu proprio in questo periodo che venne eretta la bellissima pieve Romanica.
Con il passare dei secoli la zona divenne un importante centro per l’escavatura e la lavorazione del marmo (il cosiddetto rosso di Verona). Oggi San Giorgio è celebre, soprattutto, per le sue case di pietra ma anche per l’ospitalità e l’enogastronomia, trovandosi al centro della Valpolicella cosiddetta classica.
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